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Translucenza Nucale

Presso lo Studio Medico Ginecologico Nasta Barraco, è possibile eseguire lo Screening combinato del I trimestre che associa la misurazione ecografica della Translucenza Nucale, ad un prelievo di sangue materno che consiste nel dosare alcune proteine placentari (Papp-A e free beta hcg), al fine di calcolare il rischio di aneuploidie fetali.

come si esegue

La Translucenza Nucale viene misurata in genere attraverso un'ecografia transaddominale. Se il valore della Translucenza Nucale è superiore ai parametri di riferimento, il feto potrebbe essere a rischio di sviluppare malformazioni o anomalie cromosomiche, come la Sindrome di Down. In questi casi si procede ad un'indagine più accurata per escludere tale possibilità.

quando

Spesso le future mamme si chiedono quando e perché eseguire la Traslucenza. La Translucenza Nucale va effettuata tra la 11a e la 13a settimana, è un esame non invasivo ed è importante sottolineare che il suo scopo non è diagnostico, a differenza invece di controlli come l'amniocentesi e la villocentesi. Viene consigliato solitamente alle donne al di sotto dei 35 anni di età e si tratta di un esame di screening che identifica il rischio di patologie cromosomiche, come la trisomia 21 o la trisomia 18.

Screening Combinato del I Trimestre

quando e come si esegue

Lo screening combinato del I trimestre non è un test diagnostico in grado di riconoscere se il feto è malato o sano, il risultato non è espresso quindi in termini di feto malato o sano, ma come stima del rischio basso o alto che quel feto sia affetto da una patologia (ad esempio 1 caso patologico possibile su 2000 o un caso patologico possibile su 100).

Tale calcolo del rischio si basa su vari elementi, i principali fra questi sono: l'età materna, il dosaggio delle due proteine (Free-Beta HCG e PAPP-A) prodotte dalla placenta e presenti nel sangue materno, la misurazione ecografica della Translucenza Nucale (NT) ed eventualmente altri parametri ecografici quali la presenza del nucleo di ossificazione del naso.

Consiste in:

  • un'ecografia con la quale si misura la lunghezza del feto e lo spessore della translucenza nucale.

L’eccesso di liquido che determina un aumento di questo spessore si associa a un maggior rischio di anomalie cromosomiche.

  • un prelievo di sangue attraverso il quale si misura la concentrazione di sostanze prodotte dalla placenta (freeBetaHCG e PAPP-A).

A questo punto i valori di rischio ottenuti dai due test vengono combinati tra loro e si ottiene così la migliore stima del rischio.

E' rivolto a:

  • donne di età inferiore a 35 anni, a basso rischio per anomalie dei cromosomi, al fine di valutare in modo più preciso il loro rischio individuale e decidere se procedere con altri esami come l’amniocentesi o il prelievo di villi coriali;
  • donne di età superiore a 35 anni, quindi a medio o alto rischio che, al contrario, ritengano utile valutare in modo più preciso il loro rischio individuale per decidere se eventualmente non esporsi alla diagnosi prenatale invasiva.